Teoria della mente: cos’è, come nasce, sviluppi
Tra le tappe evolutive dell’essere umano rientra la formazione della Teoria della Mente, una capacità che diventa fondamentale nell’ambito della psicologia dello sviluppo.
La teoria identificata con l’acronimo ToM (dall’inglese Theory of Mind) rientra infatti nelle cosiddette ‘abilità evolutive’.
Apparentemente potrebbe sembrare una capacità innata ma in realtà deriva dalle esperienze fatte nel corso dell’infanzia; esperienze che influenzano la formazione delle cosiddette ‘rappresentazioni mentali’ dalle quali derivano i comportamenti sociali, del bambino prima e dell’adulto poi.
La disciplina assume un ruolo fondamentale nell’ambito della formazione di uno psicologo (leggi anche ‘Come diventare psicologo’), per cui è stata inserita nei programmi di studio dei corsi di laurea ad indirizzo psicologico.
Se stai studiando psicologia o se vuoi semplicemente approfondire l’argomento per cultura personale ti consigliamo di leggere questo articolo.
In maniera chiara, esautiva ed estremamente semplice ti spiegheremo la Teoria della Mente analizzandone peculiarità e potenzialità.
Buona lettura!
Cos’è la Mind Theory: origini ed evoluzione
La nascita della Theory of Mind viene fatta risalire al 1978, anno in cui David Premack e Guy Woodruff rendono noto il lavoro di ricerca condotto su un gruppo di scimpanzé.
Dalle osservazioni sperimentali emergeva l’abilità dei primati di prevedere il comportamento dell’uomo di fronte a situazioni finalizzate al raggiungimento di un obiettivo.
La capacità di attribuire determinati stati mentali all’uomo, dai quali prevederne i comportamenti, fu chiamata ‘Teoria della Mente’.
Per iniziare a familiarizzare con la materia riportiamo di seguito la definizione presente sul sito Wikipedia:
“La teoria della mente (spesso abbreviata in ‘ToM’, dall’inglese Theory of Mind) è la capacità di attribuire stati mentali – credenze, intenzioni, desideri, emozioni, conoscenze – a sé stessi e agli altri, e la capacità di comprendere che gli altri hanno stati mentali diversi dai propri.”
Si tratta quindi di una capacità cognitiva tesa alla comprensione dello stato mentale di un altro individuo; una comprensione basata sui comportamenti manifesti e finalizzata a prevedere le successive azioni.
Potremmo affermare che la Mind Theory si pone alla base dell’empatia.
Nei casi in cui non si dispongono di sufficienti elementi comportamentali da analizzare, la Teoria della Mente si basa sulle percezioni sensoriali.
La collocazione neurobiologica della ToM sembra essere il lobo frontale, ovvero quella parte dell’emisfero dove risiedono anche i famosi ‘neuroni specchio’.
Per quanto riguarda l’essere umano la ‘Teoria’ inizia a svilupparsi a partire dai primi anni di vita, dal momento stesso in cui il bambino emula il comportamento dei genitori e sperimenta l’intenzionalità delle azioni.
Ciò significa che la capacità è fortemente influenzata dal contesto culturale nel quale si vive e dalle persone (genitori, amici, parenti, insegnanti ecc.) con le quali si interagisce quotidianamente.
Nei bambini, quindi, la formazione della teoria della mente è agevolata dall’interazione con gli adulti.
Tra le variabili che più di altre contribuiscono allo sviluppo di tale capacità rientra l’attenzione condivisa, l’imitazione facciale e i giochi di finzione.
L’attenzione condivisa consiste nel focalizzare l’attenzione su una stessa cosa (oggetto, gioco ecc.).
L’imitazione facciale riguarda l’imitazione delle mimiche facciali.
I giochi di finzione si riferiscono alla simulazione di giochi, tra l’adulto e il bambino.
La ToM si basa sulle personali risorse cognitive e capacità relazionali per cui in alcuni individui può risultare più sviluppata e in altri meno.
A seconda dei casi, la capacità può essere utilizzata per fini manipolatori (ad es. per ingannare), per cui prende il nome di ‘teoria della mente fredda’, oppure per raggiungere obiettivi di benessere sociale (ad es. per interpretare sentimenti ed emozioni), per cui prende il nome di ‘teoria della mente calda’.
A cosa serve?
La Teoria della Mente risulta quindi fondamentale nelle relazioni ed interazioni sociali; ma anche nel processo di adattamento ambientale.
In particolare, nel campo della comunicazione la capacità consente di cogliere le reali intenzioni, implicite, che si nascondono dietro un messaggio.
Nell’ottica di una comprensione completa dell’interlocutore intervengono l’empatia e la capacità di leggere i dettagli della comunicazione non verbale e paraverbale.
Nei bambini la capacità risulta fondamentale per lo sviluppo della flessibilità necessaria per far fronte a varie e diverse situazioni.
In pratica, prevedendo il comportamento degli adulti il bambino si crea delle aspettative, per cui a sua volta adatta il proprio comportamento alle previsioni comportamentali elaborate sull’adulto.
Strumenti per testare la ToM
Un deficit dello sviluppo della ToM, o in alcuni casi un funzionamento distorto, è riscontrabile in varie psicopatologie e anomalie del comportamento.
Tra le più comuni i disturbi autistici, la schizofrenia e i disturbi di personalità.
La valutazione relativa allo sviluppo della Mind Theory è affidata ad una serie di test.
Il più utilizzato, soprattutto nei casi di autismo e schizofrenia, è il ‘false-believe task’ (test della falsa credenza), il cui obiettivo è verificare la capacità di un soggetto di prevedere lo stato mentale, e quindi il comportamento, di un individuo che agisce sulla base di una falsa credenza.
Un altro strumento finalizzato a testare lo sviluppo della ToM è l’Eye test, basato sull’osservazione dello sguardo.
Tra i test utilizzati per la valutazione anche il ‘Theory of Mind Picture Sequencing Task’ basato su 6 storie, ognuna delle quali composta da 4 vignette da riordinare sulla base di un senso logico.
I modelli teorici
Nel corso del tempo, partendo dalla Teoria della Mente, sono state formulati 3 principali modelli teorici, finalizzati a spiegare il funzionamento della mente umana relativamente all’apprendimento dei comportamenti, alla previsione di azioni e all’empatia.
Eccole nel dettaglio.
La Teoria della Teoria sostiene che la conoscenza del mondo è di natura principalmente empirica; ciò significa che un bambino acquisisce il suo bagaglio di conoscenze attraverso esperienze/teorie comuni.
Tale bagaglio rimane a disposizione dell’individuo e rappresenta la base sulla quale viene costruita la personale capacità rappresentazionale e il modo di interpretare il mondo mentale altrui.
Dalle meta-rappresentazioni deriva anche il modo di relazionarsi con gli altri.
La Teoria Modulare si basa sull’ipotesi di Fodor, secondo cui la mente umana funziona per moduli.
Ogni singolo modulo, determinato geneticamente, funziona in maniera autonoma; di conseguenza anche la Teoria della Mente dispone di un proprio modulo (ToM-Module), funzionante sulla base delle informazioni provenienti dall’esperienza e dal contesto circostante.
Il modulo ToM separa le informazioni rilevanti da quelle irrilevanti, per cui il corretto funzionamento determina una corretta inferenza degli stati mentali altrui.
La Teoria Modulare sarebbe quindi legata allo sviluppo neurologico delle strutture cerebrali coinvolte nel processo di selezione.
La Teoria della simulazione sostiene che la comprensione degli stati mentali altrui si basa sull’empatia, sulla capacità di provare lo stesso stato emotivo dell’altro e quindi di porsi nella sua stessa prospettiva.
La teoria in questione non è quindi basata su esperienze teoriche ma è legata alla capacità di mettersi nei panni dell’altro. Si ipotizza quindi che la capacità di leggere gli stati mentali altrui sia un’evoluzione che parte dal funzionamento dei neuroni specchio.
Come accennato nel corso della premessa la Teoria della Mente rientra tra le materie approfondite dai percorsi di studio universitari ad indirizzo psicologico.
L’argomento viene affrontato, con un diverso livello di approfondimento, sia durante il corso di laurea triennale in ‘Psicologia, scienze e tecniche psicologiche’ e sia dal corso di laurea magistrale in ‘Psicologia’, entrambi attivati dall’università telematica Niccolò Cusano.
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