Come diventare ricercatore in psicologia: studi e possibilità

Se il tuo sogno è intraprendere la carriera accademica, per diventare professore, ti suggeriemo di leggere attentamente questo post, attraverso il quale ti spiegheremo come diventare ricercatore in psicologia.

Attraverso la ricerca è possibile approfondire e applicare praticamente gli argomenti e le discipline studiate durante il percorso universitario ad indirizzo psicologico; ecco perché il campo della ricerca si presenta così affascinante e ricco di stimoli agli occhi di un neo-laureato. 

Chi è e cosa fa un ricercatore universitario

Prima di analizzare il percorso di formazione e l’iter concorsuale necessari per diventare ricercatore universitario, cerchiamo di familiarizzare con la figura professionale e le relative mansioni. Cerchiamo quindi di capire cosa fa in concreto un ricercatore, di cosa si occupa operativamente e quanto può guadagnare.

Partiamo dalla generica definizione di ricercatore fornita da Wikipedia:

“Con il termine ricercatore si indica genericamente un lavoratore che svolge attività di ricerca scientifica e/o tecnologica in maniera autonoma oppure alle dipendenze di enti pubblici o privati di ricerca, attraverso la pubblicazione su riviste specializzate di pubblicazioni scientifiche, sottoposte a regolare revisione paritaria, contenenti i risultati della ricerca stessa.”

In Italia, il ruolo è stato istituito a livello normativo nel 1980, attraverso il decreto n.382.

Successivamente, e più precisamente nel 2005, la Legge n. 230 metteva in esaurimento il ruolo del ricercatore a tempo indeterminato, istituendo formalmente una nuova figura: il ricercatore a tempo determinato.

A seconda del tipo di contratto si distinguono due profili:

  • RTDA (acronimo di Ricercatore Tempo Determinato A): ha un contratto della durata triennale che alla scadenza può essere rinnovato di ulteriori due anni.
  • RTDB (acronimo di Ricercatore Tempo Determinato B): ha un contratto triennale non rinnovabile.

Il ricercatore A per rimanere in ambito universitario deve superare un ulteriore concorso, attraverso il quale è possibile diventare ricercatore B.
Il ricercatore tipo B invece ha la possibilità di passare di ruolo senza dover superare alcun concorso; può pertanto diventare professore associato purché abbia ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale e la conferma da parte dell’ateneo

Il profilo che si occupa di ricerca analizza i fenomeni che afferiscono ad un determinato campo disciplinare al fine di interpretarli e sviluppare nuove conoscenze.
I risultati della sua attività vengono poi utilizzati per creare nuove teorie, metodologie e processi.

La ricerca viene detta ‘di base’ (o fondamentale) quando è orientata ad ottenere risultati che non hanno un’applicazione pratica immediata.
La ricerca viene invece detta ‘applicata’ quando è finalizzata a trovare soluzioni specifiche; essa si basa su conoscenze e teorie già esistenti.

Come diventare ricercatore psicologo?

Entriamo nel cuore del nostro post per analizzare il percorso formativo e concorsuale previsto dalla normativa vigente per diventare ricercatore universitario; cerchiamo quindi di capire in concreto come diventare ricercatore in psicologia.

Il requisito essenziale è il conseguimento di una laurea magistrale.
Nel caso specifico il biennio in psicologia garantisce le basi ideali per la professione.

Successivamente, sia per il ricercatore di tipo A che per il ricercatore di tipo B, è previsto un periodo di dottorato della durata di tre anni.
Durante tale periodo l’aspirante ricercatore si avvicina operativamente al mondo della ricerca e alle relative dinamiche.

Il titolo di dottore di ricerca è necessario per poter partecipare al concorso che consente di accedere alla carriera accademica.

I bandi sono gestiti direttamente dai singoli atenei, i quali senza alcuna regola temporale decidono sulla base delle peculiari esigenze quando aprire le selezioni concorsuali.
La pubblicazione del bando di concorso, con le relative modalità di partecipazione, avviene solitamente sul sito istituzionale dell’università.

Il candidato non è legato all’università presso la quale si è laureato.
La scelta è libera per cui può partecipare alle selezioni di qualsiasi ateneo purché l’ambito della ricerca oggetto del concorso sia correlato al proprio indirizzo di studi.

La fase concorsuale prevede tre prove, delle quali due svolte in forma scritta e una in forma orale.

La prima prova scritta verte su materie relative al percorso di studi affrontato dal candidato.
La seconda prova è incentrata sulla materia scelta.
La prova orale prevede un colloquio incentrato sulle ricerche svolte dal candidato fino a quel momento.

Per ottenere un buon punteggio e avviare una carriera di successo come ricercatore in ambito universitario è fondamentale aver maturato un buon livello di esperienza, ovvero un curriculum che includa la gestione di progetti di ricerca e pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate.

La retribuzione

Completiamo la panoramica relativa alla figura del ricercatore universitario in psicologia con un dato che riguarda l’aspetto economico.

Lo stipendio medio si aggira intorno ai 1.600 euro mensili.
Si parte quindi da un minimo di 1.400 euro al mese per arrivare ad un massimo di 1.900 euro.

La retribuzione varia in base all’anzianità, ovvero al livello di esperienza.
Un entry level, con meno di tre anni di esperienza, può arrivare a guadagnare 1.500 euro netti mensili; un profilo con un esperienza ventennale all’attivo può arrivare a cifre che sfiorano i 1.900 euro netti al mese.

Credits: tashatuvango/Depositphotos.com


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