Studiare senza ripetere: ecco le strategie da adottare
Fin dalle elementari ci hanno insegnato che la ripetizione nello studio è fondamentale per fissare i concetti nella mente; ma c’è anche chi sostiene che studiare senza ripetere non solo è possibile, ma è anche più produttivo.
Una sessione di esami particolarmente intensa, appelli ravvicinati, ritardi accumulati per uno o più motivi determinano l’esigenza di velocizzare lo studio, senza chiaramente comprometterne la qualità.
Per preparare un esame in pochi giorni bisogna ottimizzare il tempo a disposizione, eliminando l’unica fase dell’apprendimento che in certi casi è davvero eliminabile: la ripetizione.
Studiare senza ripetere: le tecniche
La ripetizione è da sempre considerata una metodologia efficace per memorizzare e allo stesso tempo per verificare il livello di comprensione degli argomenti.
C’è chi invece sostiene il contrario.
I risultati di uno studio pubblicato su Learning Memory dimostrano che ripetere causa maggiori difficoltà nell’apprendimento di nuove informazioni.
Alcuni studiosi sostengono addirittura che si tratti di una strategia fallimentare, limitante per una serie di aspetti.
Gli psicologi Roediger e McDaniel sostengono che la prima lettura è finalizzata a scoprire un nuovo mondo, nuove informazioni; la seconda determina una falsa padronanza dell’argomento.
La rilettura innesca la sensazione di sapere già tutto, quando in realtà, nella maggior parte dei casi, non è così.
La ripetizione non è necessaria se lo studio viene gestito nel modo giusto.
Una sessione di studio intensa e produttiva non può contemplare distrazioni; esula quindi dall’utilizzo del cellulare per controllare messaggi e notifiche sui social.
Una sessione di studio produttiva prevede una concentrazione assoluta verso l’argomento da assimilare.
Soltanto così sarà possibile evitare la ripetizione.
Di seguito l’università telematica Niccolò Cusano di Milano ha selezionato due tecniche particolarmente efficaci per studiare senza ripetere.
Il metodo dei Loci
Studiare senza ripetere ad alta voce è possibile se si studia in maniera intelligente, magari utilizzando qualche tecnica di memorizzazione dall’efficacia testata.
Tra le più valide rientra la tecnica dei Loci, utilizzata dal più grande oratore della storia, Cicerone, per ricordare i suoi discorsi.
Conosciuta anche come ‘Palazzo della memoria’ la tecnica sfrutta il potere delle immagini, e la successiva visualizzazione mentale, per aiutare la mente a ricordare e organizzare le informazioni.
Per mettere in pratica il metodo è necessario individuare un percorso reale che risulti familiare, ovvero uno spazio conosciuto come ad esempio la propria casa o la strada per raggiungere l’università o il posto di lavoro.
Nell’ambito del percorso bisogna poi individuare delle ‘soste’ ovvero gli elementi ai quali associare le informazioni.
Facciamo un esempio pratico per capire meglio.
Se abbiamo scelto la strada per raggiungere l’università bisogna individuare lungo il percoso dei punti di riferimento, ovvero i ‘loci’ a cui associare i concetti.
Potremmo quindi prendere come riferimento negozi, fontane, panchine, lampioni o qualsisi altro elemento presente lungo il tragitto.
Successivamente si procede con la trasformazione dei concetti in immagini e con la collocazione delle stesse presso i vari punti di riferimento scelti in precedenza.
È importante collocare le informazioni lungo il percorso seguendo un ordine logico, in maniera da agevolare la memoria nel passaggio da un concetto all’altro.
Nel momento in cui bisognerà ricordare per esporre un argomento sarà sufficiente ripercorrere mentalmente il tragitto e fermarsi lungo i vari elementi scelti per riprendere l’immagine e il concetto ad essa associato.
Uno dei presupposti essenziali per rendere efficace la tecnica è scegliere luoghi conosciuti, i cui punti di riferimento facciano già parte della propria memoria a lungo termine.
I collegamenti
Per agevolare il processo di memorizzazione è fondamentale comprendere.
La comprensione di un concetto o di un argomento ne facilita la memorizzazione a lungo termine.
In ambito universitario, dove il percorso di studi prevede l’approfondimento di argomenti strettamente correlati tra loro, i collegamenti assumono un ruolo importantissimo.
In altre parole più ampio è il bagaglio di conoscenze più sono le cose nuove che riusciamo ad assimilare.
Ripetizione a intervalli regolari
Inutile girarci troppo intorno, la ripetizione comporta un dispendio di energie, oltre che di tempo. Un dispendio che in alcuni casi può addirittura risultare vano.
Ripetere meccanicamente, senza ragionamento e senza una reale comprensione, avendo l’illusione di essere preparati, può causare brutte sorprese.
Attenzione però a non travisare quanto fin qui detto.
Non intendiamo in alcun modo demonizzare la ripetizione, ma abbiamo semplicemente fornito alcuni suggerimenti per velocizzare l’apprendimento e allo stesso tempo renderlo produttivo; anche senza ripetere.
Secondo gli studi condotti sull’argomento il modo migliore per rendere efficace la ripetizione è gestirla in un determianto modo.
Gli studiosi sostengono che le pause, ovvero gli intervalli che intercorrono tra la lettura, lo studio e la ripetizione assumono un’importanza fondamentale ai fini della produttività.
La tabella degli spazi temporali è la seguente:
- 5 secondi,
- 25 secondi
- 2 minuti
- 10 minuti
- 1 ora
- 5 ore
- 1 giorno
- 5 giorni
- 25 giorni
- 4 mesi
- 2 anni
Chiaramente tutto dipende dalle esigenze; la ripetizione finalizzata a superare un esame uiversitario non può certo arrivare a 2 anni.
In sintesi, possiamo dire che studiare senza ripetere è possibile, ma tutto dipende dalle capacità personali, dalle esigenze di particolari momenti e dalle caratteristiche della materia.
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