Quali sono i requisiti e i compiti del curatore fallimentare

Quali sono i requisiti e compiti del curatore fallimentare? Quali sono i passaggi per lavorare nell’ambito della gestione delle procedure fallimentari? Come iscriversi nell’elenco dei curatori di un tribunale?

A queste e a tante altre domande risponderemo in questo articolo.

Ti forniremo una serie di informazioni utili sulla figura professionale, sulle mansioni che svolge e sulla formazione più indicata per acquisire le competenze giuste e lavorare da professionista a Milano.

Chi è il curatore fallimentare

Per definire in maniera sintetica il profilo in oggetto potremmo dire semplicemente che si tratta di colui il quale si occupa di amministrare correttamente, e secondo le procedure stabilite da un giudice, il patrimonio oggetto di fallimento.

La nomina del curatore fallimentare viene effettuata dal tribunale nel corso della sentenza di fallimento. Per la complessità dell’incarico, nell’esercizio delle sue funzioni la figura è considerata al pari di un Pubblico Ufficiale e in quanto tale deve operare nel perseguimento dell’interesse generale.

Il suo intervento è pertanto richiesto, e diventa indispensabile, in presenza di attività o soggetti che dichiarano fallimento.

Vediamo nel dettaglio cosa fa e di cosa esattamente si occupa.

I compiti

Il ruolo del curatore si concretizza nell’amministrazione del patrimonio fallimentare e nello svolgimento di tutte quelle operazioni necessarie a soddisfare i crediti ammessi al passivo fallimentare; l’attività viene svolta sotto la vigilanza del Giudice Delegato e del Comitato dei Creditori.

L’operato del profilo in oggetto è finalizzato alla preservazione e alla corretta gestione del patrimonio, nel quale rientrano sia i beni che i diritti; il professionista dovrà pertanto eseguire i vari atti richiesti dalla procedura e portare a compimento i provvedimenti disposti dal Giudice Delegato.

Nello schema seguente abbiamo sintetizzato i compiti di un curatore fallimentare:

  • Amministrare il patrimonio fallimentare
  • Compiere gli atti della procedura di fallimento
  • Eseguire i provvedimenti disposti dal Giudice Delegato
  • Procedere all’inventario dei beni
  • Procedere alla ricostruzione del patrimonio del fallito tramite il recupero dei beni in possesso di terzi
  • Riscuotere crediti
  • Apporre sigilli
  • Formare il progetto di stato passivo
  • Predisporre il programma di liquidazione
  • Gestire l’impresa nel caso in cui venga disposto l’esercizio provvisorio
  • Provvedere alla vendita dei beni
  • Predisporre il progetto di riparto

Il curatore è inoltre tenuto a redigere, e ad aggiornare periodicamente sulla base delle operazioni svolte, la relazione nella quale figurano le cause del fallimento.

Gli atti del Curatore possono essere suddivisi in tre categorie:

  1. Atti di ordinaria amministrazione: identificabili negli atti necessari, quali ad esempio la stipula del contratto di locazione e di assicurazione, l’esazione di crediti e la vendita di eventuali beni deperibili.
  2. Atti di straordinaria amministrazione: identificabili in quegli atti non necessari ma utili.
  3. Atti singoli particolari: atti per i quali occorre un’autorizzazione con decreto motivato dal Giudice Delegato.

Chi può svolgere la funzione di curatore nelle procedure di fallimento

Per essere inseriti nell’elenco dei curatori fallimentari, i soggetti in possesso dei requisiti di legge possono presentare richiesta al Giudice Delegato tramite domanda depositata presso la segreteria del Tribunale.
La nomina del curatore avviene nel corso della sentenza in cui si dichiara il fallimento.

Possono presentare domanda per svolgere la funzione di curatore fallimentare:

  • Gli avvocati, i dottori commercialisti e i ragionieri commercialisti iscritti nell’apposito albo
  • Gli studi professionali e associati
  • I soggetti che hanno svolto pratica pluriennale presso studi professionali
  • I soggetti che hanno ricoperto ruoli direttivi e/o amministrativi all’interno di società per azioni e che pertanto possiedono comprovate abilità di gestione.

Non possono invece ricoprire il ruolo di curatore fallimentare:

  • I coniugi e i parenti affini (entro il quarto grado) dei creditori
  • I soggetti che in qualche modo hanno avuto responsabilità nel fallimento
  • Il commissario del concordato preventivo dello stesso debitore e gli associati del commissario

Come diventare curatore fallimentare

Dopo aver analizzato compiti e requisiti del curatore fallimentare è tempo di indicarti la strada da intraprendere per diventare un professionista.

Le procedure relative al fallimento sono complesse ed essendo rivolte all’interesse generale richiedono profili altamente specializzati, ma soprattutto adeguatamente aggiornati sulla base delle evoluzioni normative.

Per diventare curatori fallimentari si rende quindi indispensabile un percorso formativo specifico, in grado di garantire le competenze tecniche necessarie per la ‘gestione’ di un fallimento.

A tali requisiti risponde il Master in Curatore Fallimentare erogato dall’Università Telematica Niccolò Cusano.

Il percorso post-laurea, afferente alle facoltà di Economia e Giurisprudenza, è aperto a chiunque abbia conseguito una laurea triennale.
Il piano di studi prevede argomenti e materie di grande attualità, basati sulle reali dinamiche ed esigenze del settore; risulta pertanto particolarmente indicato per chi desidera specializzarsi, ma risulta altrettanto valido per i professionisti che desiderano aggiornare le proprie competenze.

Inclusa nel corso di curatore fallimentare la possibilità di effettuare uno stage presso studi professionali operanti nel settore delle procedure concorsuali.
L’esperienza offre due importanti opportunità: il confronto con professionisti esperti, da un lato, e la possibilità di avvicinarsi concretamente all’ambito operativo, mettendo in pratica conoscenze teoriche, dall’altro.

Se vuoi avere ulteriori dettagli in merito al master puoi compilare il modulo online che trovi cliccando qui e richiedere il supporto del nostro staff.

Ti aspettiamo!

 

 


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