Le leggi che hanno cambiato la vita delle donne in Italia
Le leggi cha hanno cambiato la vita delle donne in Italia sono frutto di anni di lotte femministe, condotte con fatica e sacrificio per eliminare le discriminazioni di genere.
La disuguaglianza tra uomini e donne deriva da uno stereotipo antichissimo.
Basti pensare che nell’Antica Roma la donna non godeva di alcun diritto; essa doveva occuparsi della casa e accudire i figli, mentre l’uomo godeva addirittura del diritto di vita o di morte su tutti i componenti della famiglia.
Dalla differenza di natura esistente tra uomo e donna si è originata l’idea che per secoli ha giustificato una diversità di trattamento; un’idea di diversità istituzionalizzata e disciplinata addirittura a livello legislativo.
Piccole grandi conquiste sono state fatte, anche se la strada è ancora lunga, e tanti sono i traguardi ancora da raggiungere.
Le leggi che hanno cambiato la vita delle donne
Partendo dal presupposto che la parità di genere è ancora lontana dall’essere pienamente raggiunta analizziamo i progressi fatti fino ad oggi, ovvero le leggi che hanno migliorato la condizione della donna assottigliando sempre di più la disparità con gli uomini, sia in ambito lavorativo che sociale e familiare.
Di seguito l’università telematica Niccolò Cusano di Milano ha realizzato un percorso cronologico che attraversa le principali tappe relative alla normativa italiana a favore delle donne.
1945 – Diritto di voto attivo e passivo
Il primo grande, importante passo avanti in ambito politico risale al 1945, anno in cui alle donne maggiorenni (21 anni) viene riconosciuto il diritto di voto.
Successivamente, e più precisamente il 10 marzo del 1946, il decreto numero 74 prevede per le donne anche la possibilità di essere elette.
1963 – Accesso agli impieghi pubblici
Un’altra importante conquista per ciò che concerne la parità di genere avviene nel 1963, anno in cui il parlamento italiano ammette le donne ai pubblici uffici e alle professioni.
La legge n.66 con soli due articoli permette alle donne di accedere a tutte le cariche professioni ed impieghi pubblici, compresa la magistratura, senza limitazioni per ciò che riguarda le mansioni e la carriera.
1970 – Divorzio
Il 1 dicembre del 1970 la legge n. 898 introduce il divorzio nella legislazione italiana.
Viene quindi ufficialmente e legalmente concesso lo scioglimento del matrimonio, nonostante le opposizioni di alcuni movimenti politici.
Nel 1974 il referendum abrogativo affermò definitivamente la volontà della popolazione di mantenere in vigore la legge sul divorzio.
1975 – Riforma del diritto di famiglia
Nel 1975 viene stabilita la parità dei coniugi con l’obiettivo di rendere marito e moglie uguali di fronte alla legge.
La potestà del marito viene abolita a favore di una responsabilità condivisa tra i coniugi.
In riferimento all’aspetto patrimoniale della familglia vengono introdotte la comunione e la separazione dei beni.
Viene inoltre rivista la separazione, nell’ambito della quale il tradimento del marito è inserito tra le cause legittime di separazione.
1978 – Aborto
Tutt’oggi fortemente dibattuta, la lgge n. 194 ‘Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza’ elimina il reato di aborto.
L’IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) viene così legalizzata e regolamentata, con l’obiettivo di combattere tutte le pratiche clandestine e pericolose di aborto.
1981 – Abolizione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore
In passato un delitto commesso per onore prevedeva pene ridotte.
Uccidere qualcuno per salvaguardare la propria reputazione era considerato un motivo valido per ottenere uno sconto della pena.
Chiaramente anche chi commetteva un delitto in ambito familiare, per tradimenti e questioni di onore di vario genere, aveva la possibilità di beneficiare della riduzione della pena.
Nel 1981, una sola legge aboliva il delitto d’onore, il matrimonio riparatore e l’abbandono di un neonato per causa d’onore.
2010 – Parità sul lavoro
Uno degli ambiti in cui si è maggioromente palesata la differenza tra uomo e donna è quello professionale.
La parità sul lavoro è ancora lontana dall’essere pienamente raggiunta, anche se notevoli passi in avanti sono stati fatti.
Nel 2010, quindi appena un decennio fa, il decreto legislativo n. 5 condanna comportamenti discriminatori nei confronti della donna.
Il datore di lavoro è passibile di ammenda nei casi di discriminazioni che riguardano l’aspetto retributivo o per qualsiasi altra disparità di trattamento.
2011 – Quote rosa nei consigli di amministrazione
Rimanendo in ambito lavorativo la legge sulle ‘quote rosa’ segna una conquista importante per le donne.
Nel 2011 la legge 120 impone alle società quotate un equilibrio tra i generi per ciò che concerne gli amministratori da eleggere.
L’equilibrio in questione può essere considerato ‘raggiunto’ quando il genere meno rappresentato all’interno dell’organo amministrativo abbia almeno un terzo degli amministatori eletti.
2009 – Stalking
Tra le leggi che hanno cambiato la vita delle donne quella che riguarda lo stalking segna un traguardo importante nell’ambito del rispetto e della tutela dell’incolumità.
Con la legge 38 inserita nel Codice Penale il comportamento molesto, ossessivo e persecutorio nei confronti di una donna diventa reato.
2013 – Violenza sulle donne
Sulla scia della legge sullo stalking nel 2013 viene finalmente approvato il decreto legge contro il femminicidio e la violenza sulle donne, convertito in legge nello stesso anno.
Si tratta di una normativa che oltre ad insaprire la pena per il reato di femminicidio prevede una serie di misure finalizzate alla prevenzione per ciò che concerne la violenza domestica e la tutela delle donne.
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