8 grandi filosofe e pensatrici donne che hanno cambiato la storia
È una tendenza comune e diffusa associare la filosofia a illustri nomi maschili; in pochi sanno che in realtà la storia della disciplina annovera nomi di grandi filosofe donne.
In passato le discriminazioni di genere si sono manifestate anche in ambito filosofico, al punto che molte pensatrici sono state dimenticate, o addirittura non sono mai state riconosciute come tali.
Se stai studiando Scienze Politiche a Milano, se sei appassionato di filosofia o se ti affascina la materia allora dovresti assolutamente leggere questo post.
Le più famose filosofe donne
Opere acute e coraggiose, nelle quali sono state affrontate tematiche difficili come il nazismo, il femminismo e i diritti umani, hanno scritto la storia della filosofia, anche se molte di esse sono state tenute nascoste per secoli da una società tendente a sopprimere ogni forma di pensiero considerato ‘controcorrente’.
Di seguito l’università telematica Niccolò Cusano di Milano ha selezionato 8 nomi importanti, 8 grandi filosofe donne che hanno lasciato un importante contributo alla filosofia antica e moderna.
Conosceremo meglio la loro vita, il loro pensiero e le opere che le hanno rese note nell’ambito filosofico.
1 – Ipazia d’Alessandria
La più illustre esponente della filosofia tardo-antica è Ipazia, vissuta nel V secolo.
Filosofa e allo stesso tempo scienziata è considerata oggi il simbolo della libertà di pensiero.
Figlia di un matematico e astronomo, Ipazia esercitò una forte influenza negli ambienti filosofici ateniesi per la sua spiccata tendenza ad unificare pensiero matematico e neoplatonismo.
Inventrice dell’astrolabio, del planisfero e dell’idroscopio, arrivò addirittura a formulare ipotesi sul movimento della terra.
Dei suoi scritti non resta testimonianza, probabilmente a causa di un incendio che distrusse la biblioteca dove era solita studiare.
La sua fama è arrivata fino ai giorni nostri grazie ai filosofi del tempo, che la descrivevano come una mente brillante ed eclettica.
Ipazia viene ricordata soprattutto per la sua tragica morte, provocata da una folla di fanatici cristiani che, dopo averla trascinata in una chiesa e denudata, la trucidarono brutalmente.
2 – Elisabetta di Boemia
Nell’ambito della filosofia femminista è d’obbligo ricordare Elisabetta di Boemia, celebre per la sua conoscenza delle lingue e per la sua forte passione per l’anatomia.
Dal punto di vista filosofico viene ricordata per lo scambio epistolare con il filosofo francese Cartesio.
Le lettere giunte fino ai giorni nostri comprendono 26 scritti della principessa del Palatinato e 33 del filosofo, risalenti al periodo che va da 1643 al 1649.Tra le righe si evince il forte acume di Elisabetta, che in alcuni casi sembra addirittura mettere in difficoltà il pensatore.
Lo spirito critico della donna si manifesta principalmente sulla questione che riguardano il rapporto tra anima e corpo.
3 – Edith Stein
Nata da famiglia ebrea di ceppo tedesco, Edith Stein viene educata fin da piccola sulla base dei valori dell’ebraismo, la religione che abbandonerà presto per diventare atea.
Studia filosofia presso la scuola fenomenologica di Hussler e diventa una brillante filosofa.
Nel 1921 si converte al cattolicesimo, per poi entrare nel Carmelo di Colonia e diventare suor Teresa Benedetta della Croce una decina di anni più tardi.
Viene ricordata principalmente per la sua personalità poliedrica e per il suo importante contributo nel promuovere il ruolo della donna, sia in ambito sociale che nella Chiesa.
Nel 1942 viene deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove muore nella camera a gas.
Giovanni Paolo II l’ha definita come una personalità che ha sintetizzato nella sua vita la drammaticità del secolo in cui è vissuta.
Nel 1999, lo stesso Giovanni Paolo II l’ha proclamata compatrona d’Europa, con Santa Brigida di Svezia e Santa Caterina da Siena.
Tra le sue opere più famose ricordiamo ‘Il problema dell’empatia’, ‘La donna. Il suo compito secondo la natura e la grazia’, ‘Il mistero della vita interiore’ e ‘Passione per la verità’.
4 – Simone Weil
La filosofia del Novecento annovera tra le menti femminili di maggiore rilievo Simone Weil, nata a Parigi nel 1909 in una famiglia ebrea.
Dopo aver studiato all’Ecole Normale si dedicò all’insegnamento della filosofia.
Il suo interesse per i problemi degli operai, dei contadini e dei disoccupati la spinsero a lasciare l’insegnamento per entrare alla Renault, per conoscere da vicino la condizione dei lavoratori.
Si unì alle proteste e agli scioperi; militò come sindacalista, e attraverso la pubblicazione di articoli di critica socio-politica lottò duramente per il rispetto della dignità dell’uomo.
Numerosi gli scritti che riportano la sua firma, pubblicati quasi tutti dopo la sua morte.
Tra le opere più famose ‘La persona e il sacro’, ‘Riflessione sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale’, ‘Il libro del potere’ e ‘Sulla Germania totalitaria’.
5 – Hannah Arendt
Tra le grandi filosofe donne è impossibile non citare Hannah Arendt, una studiosa di teoria della politica considerata una delle personalità più significative del pensiero novecentesco.
Nata ad Hannover nel 1906, la sua vita è stata profondamente segnata dall’esilio dalla Germania nazista.
Considerata uno dei più grandi esempi di detentrice di libero pensiero, viene ricordata soprattutto per essere riuscita a mantenere un’indipendenza di pensiero in un’Europa che, all’epoca, era dominata da una serie di egemonie ideologiche.
Ha lavorato come giornalista e docente universitaria e ha pubblicato numerose opere di filosofia politica.
Tra i suoi lavori filosofici più famosi meritano di essere citati ‘La nascita del totalitarismo’, ‘La banalità del male’, ‘Eichmann a Gerusalemme’ e ‘Viva activa’.
6 – Mary Wollstonecraft
Tra i grandi nomi di pensatrici donne è d’obbligo inserire Mary Wollstoncraft, filosofa e scrittrice britannica nata a Londra nel 1759.
Ha avuto una vita breve ma intensa, ricca di esperienze.
Fondatrice del femminismo liberale ha sfidato le convenzioni dell’epoca e ha lottato per tutta la vita affinché fossero riconosciuti gli stessi diritti a uomini e donne.
Le sue polemiche furono il motivo per il quale la Wollstoncraft fu rifiutata dagli intellettuali dell’epoca.
Le sue opere, mantenute segrete per evitare che fungessero da spunto per la rivendicazione dei diritti delle donne, furono rispolverate soltanto agli inizi del XX secolo.
Per quanto riguarda la produzione letteraria, viene ricordata soprattutto per ‘A vindication of the rights of woman’ , un testo nel quale non rivendica soltanto diritti ma approfondisce il ruolo della donna all’interno della famiglia e della società.
Il contributo della pensatrice britannica ha ispirato nel tempo tante altre donne, le quali hanno trattato l’argomento ‘diritti’ partendo dalle sue riflessioni.
7 – Simone de Beauvoir
Scrittrice, insegnante, filosofa e saggista, Simome de Beauvoir è stata una figura chiave del femminismo e una delle più autorevoli scrittrici dell’esistenzialismo francese.
Nata a Parigi da una famiglia borghese si appassionò fin da piccola alla scrittura.
Le sue opere, di ispirazione autobiografica, hanno come punto di partenza la sua condizione di donna.
Pur essendo stata una grande filosofa, il suo nome, e di conseguenza anche la sua notorietà, è stato offuscato da quello del suo compagno, il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre.
Nel 1943 pubblica il suo primo romanzo, nel quale affronta un tema piuttosto complicato: l’inserimento nella coppia di un terzo elemento.
Tra le sue opere più famose è d’obbligo citare ‘Le deuxiéme sexe’ diventato il saggio cardine del femminismo.
8 – Adriana Cavarero
Chiudiamo il nostro elenco con una nostra connazionale, Adriana Cavarero, la filosofa italiana appassionata e studiosa di Platone.
Nata in provincia di Cuneo nel 1947, Adriana studia Hannah Arendt in quanto interprete di Platone ma approfondisce anche la folosofia moderna.
La sua fama è legata soprattutto alla sua ‘filosofia sensata’, ovvero una filosofia che esula dall’astrazione per dare un senso all’esperienza quotidiana.
Tra le sue opere più famose citiamo ‘Il pensiero della differenza sessuale‘, ‘Corpo in figure: filosofia e politica della corporeità’, ‘Tu che mi guardi, tu che mi racconti: filosofia della narrazione’, ‘Orrorismo. Ovvero della violenza sull’inerme’.