Cos’è il fordismo: una definizione

Agli inizi del ‘900 nell’ambito dell’organizzazione della produzione inizia ad affermarsi il modello fordista; ma al di là degli adetti ai lavori e di chi studia Ingegneria a Milano non tutti sanno esattamente cos’è il fordismo.

In questo post l’università telematica Niccolò Cusano cercherà di fornire ai lettori una panoramica chiara e sintetica della metodologia, che raggiunge l’apice nel ventennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale nel settore della produzione di massa.

Fordismo: origini e principi

Per iniziare a familiarizzare con il concetto riportiamo di seguito la definizione di fordismo presente sul sito di Wikipedia:

“Con la parola fordismo si indica una peculiare forma di produzione basata principalmente sull’utilizzo della tecnologia della catena di montaggio (assembly-line) al fine di incrementare la produttività.”

Il termine deriva dal nome del suo ideatore, l’industriale statunitense Henry Ford, ovvero colui il quale, ispirandosi alle teorie del suo connazionale Frederick Taylor, definì un efficiente e rivoluzionario sistema di organizzazione industriale.

Attraverso l’introduzione della catena di montaggio nella sua fabbrica di automobili di Detroit Ford perfezionò le teorie di Taylor.

Per comprendere cos’è il fordismo bisogna quindi conoscere i principi del Taylorismo ai quali si ispira.

La dottrina di Taylor era essenzialmente impostata sull’eliminazione dell’autonomia degli impiegati e su concetti di disciplina e di suddivisione del processo produttivo in unità elementari (ripetitive) affidate ad una singola persona.

Il fordismo mira a un’efficienza produttiva ottimale, raggiungibile attraverso una pianificazione precisa e rigorosa delle fasi produttive, e in particolare di ogni singola operazione.
Tra i pilastri della metodologia rientra l’utilizzo della catena di montaggio, la quale oltre a meccanizzare, e quindi a semplificare e velocizzare le attività, detta i ritmi di lavoro.

La catena di montaggio si preoccupa di far arrivare davanti all’operaio l’elemento sul quale lavorare, sconvolgendo totalmente il concetto di lavoro artigianale fino a quel momento conosciuto e utilizzato.

La deduzione logica è che l’operaio, per poter lavorare, non necessita di particolari competenze.

In sintesi, potremmo dire che il modello di Ford era impostato su una politica finalizzata ad offrire un prodotto standard a prezzo vantaggioso.

Una precisazione è a questo punto necessaria.
Per quanto meccanizzato il processo produttivo richiede comunque l’intervento umano; Ford comprese che le risorse umane rimanevano comunque fondamentali per cui si preoccupò di garantirgli una serie di incentivi (ad es. aumento dei salari).

Il fordismo si diffuse rapidamente nei più moderni sistemi industriali degli Stati Uniti, per poi estendersi anche in altri paesi. Partendo dall’industria automobilistica, pian piano l’approccio venne applicato anche all’interno dell’industria manifatturiera.


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